ASSURDI OSTACOLI PER I MEDICI PENSIONATI A DISPOSIZIONE PER LE VACCINAZIONI
Perdono la pensione se aiutano il Paese, eppure alla loro esperienza si preferiscono i farmacisti, e i rischi connessi
COMUNICATO STAMPA
Roma 07 aprile 2021 – In un momento di estrema urgenza con la necessità impellente di vaccinare in tempi rapidi l’80% della popolazione italiana, i nostri governanti si inventano una norma di legge che, nella pratica, non permette ai medici pensionati di essere vaccinatori. CIMO-FESMED e la sua rappresentanza di medici pensionati rimarcano una “vera assurdità” delle nuove norme in vigore, che penalizza i medici volontari esperti e contemporaneamente apre, per le vaccinazioni, a figure non sufficientemente qualificate, come i farmacisti.
Di fatto, con la legge n. 29 del 12/3/2021 recante disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’urgenza epidemiologica da covid-19, viene sì consentito ai medici pensionati di stipulare contratti con la pubblica amministrazione (nel caso, appunto, come vaccinatori) ma la loro pensione non sarà pagata per tutto il periodo dell’incarico stesso.
Un vero paradosso: da una parte si offre collaborazione da parte di medici specialisti e con molti anni di esperienza, dall’altra lo Stato frappone ostacoli al loro ingaggio e, come se non bastasse, parallelamente trova la scusa per inserire i farmacisti tra i vaccinatori, cosa che desta qualche dubbio sulla sicurezza ed esperienza per reazioni avverse, che mette a rischio la stessa vita dei cittadini.
La Federazione CIMO-FESMED si augura dunque che la classe politica possa rivedere queste assurde decisioni e consenta ai medici di fare il loro lavoro, così come prevede la legge e la loro formazione professionale, che altri non possono acquisire da un giorno all’altro per decreto.