Ieri il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici è stato consultato dal Gruppo di lavoro per l’accesso sostenibile alle professioni sanitarie istituito presso il Ministero dell’Università e della Ricerca. È stato presentato un documento da cui emerge la posizione della Federazione, secondo cui il mantenimento dell’accesso programmato è essenziale per garantire la qualità della formazione dei futuri medici e per evitare nuovi imbuti formativi e lavorativi.
– È impensabile immaginare di eliminare il numero chiuso, formando circa 65mila studenti, considerando che il corso di laurea in Medicina prevede necessariamente anche una formazione pratica sul campo.
– Riteniamo rischiosa la proposta di consentire a tutti i candidati di iscriversi al primo anno introducendo uno sbarramento all’inizio del secondo anno, perché si farebbe perdere un anno di tempo a circa 50mila studenti.
– Qualsiasi aumento dei posti nelle Facoltà di Medicina deve essere accompagnato dall’adeguamento dei contratti nelle scuole di specializzazione e nei corsi di formazione per medici di medicina generale, tenendo presente l’evoluzione dello scenario della sanità futura nell’ottica delle riforme imminenti e del nuovo documento Agenas sul fabbisogno di personale medico, che prevede una riduzione, del tutto arbitraria, del numero di professionisti nelle strutture sanitarie ed ospedaliere del Paese.