Come ampiamente prevedibile, sono giornate infuocate quelle che stiamo trascorrendo in Aran.
Lunedì sera abbiamo ricevuto la bozza completa del contratto, che abbiamo ritenuto inaccettabile poiché non scioglieva i principali nodi che abbiamo più volte evidenziato su impermeabilità dei fondi, orario di lavoro e servizio fuori sede.

Questa mattina ci è stato presentato un nuovo testo sull’orario di lavoro e l’Aran ha voluto sapere chi era pronto a sottoscriverlo e chi no, minacciando di rimandare la trattativa a settembre stralciando i risultati ottenuti fino ad oggi


Nel nuovo testo è stata inserita la possibilità di recuperare le eccedenze orarie con riposi compensativi “compatibilmente con le esigenze organizzative entro i primi sei mesi dell’anno successivo a quello di competenza”. Ovvero, stante le difficoltà presenti in tutti i reparti d’Italia, continueremmo a regalare alle Aziende centinaia di ore di lavoro, svolte magari a decine di chilometri dalla propria struttura, considerata l’introduzione del mirabolante “servizio fuori sede”.

CIMO, FESMED e ANAAO sono stati gli unici sindacati che hanno dichiarato di non avere intenzione di firmare.
Al contrario degli altri sindacati, crediamo nel nostro ruolo di tutela dei diritti dei nostri iscritti e non intendiamo cadere in questi tranelli e ricatti. Perché non c’è alcuna ragione per la quale, in caso di proseguimento della trattativa a settembre, dovremmo ricominciare da zero.

È un modo scorretto di mettere fretta ai sindacati, senza dare loro il tempo di analizzare testi preparati nottetempo dall’Aran e letti in pochi minuti dai rappresentanti dei lavoratori.
Perché questa fretta?
Perché a settembre non si può ricominciare ad analizzare serenamente capitoli fondamentali come l’orario di lavoro e la parte economica, così come sono state analizzate le prime parti del contratto?
Noi non crediamo che ricevere gli arretrati o gli aumenti contrattuali un paio di mesi prima possa giustificare un peggioramento delle condizioni di lavoro.
Perché nonostante quello che diranno l’Aran e le altre sigle, non è così che si migliora la vita dei medici ospedalieri.
Invece il resto del tavolo ha deciso di proseguire in questa corsa scellerata e di continuare la trattativa nel pomeriggio per chiudere il contratto domani


Continueremo ad essere presenti alla trattativa per vigilare sul negoziato e apportare il nostro contributo, ma continuiamo a dire che se:

non si interviene sulla possibilità di regalare ore di lavoro,

non si prevede il divieto di utilizzare i fondi contrattuali per qualsivoglia finalità,

non si elimina il rischio del medico itinerante

E ognuno si prenderà la responsabilità delle scelte fatte.
Nel pomeriggio sono stati affrontati alcuni argomenti che non erano mai stati commentati dal tavolo e che riteniamo particolarmente importanti:

formazione,

patrocinio legale,

servizio fuori sede e trasferta.

Abbiamo chiesto:

Che la formazione sia stabilita dal dirigente e non dall’azienda.

Di eliminare il consenso dell’azienda nella scelta dell’avvocato in caso di contenzioso.

Di cassare l’articolo sul servizio fuori sede per evitare che i medici siano costretti a lavorare ogni giorno in presidi diversi, anche a 50 chilometri di distanza e di regolamentare meglio la trasferta, prevedendo il rimborso chilometrico per chi utilizza il proprio mezzo.
L’ARAN ha annotato le osservazioni di tutte le sigle e ha aggiornato la trattativa alla prossima settimana.
Per il momento quindi la partita è ancora aperta.
Attenderemo i nuovi testi per fare tutte le nostre valutazioni.