ANAAO ASSOMED e la Federazione CIMO-FESMED hanno presentato al Tavolo tecnico del Ministero della Salute dedicato al DM 70/2015 e al DM 77/2022 un documento congiunto che riassume la posizione dei due principali sindacati di categoria.
Evidenziando che senza un adeguato finanziamento qualsiasi riforma rischia di rimanere l’ennesimo libro dei sogni, ANAAO ASSOMED e CIMO-FESMED in sintesi ritengono che, in merito all’assistenza ospedaliera, occorra:
– Aumentare il numero dei posti letto in linea con la media europea (dagli attuali 3,1 per 1.000 abitanti ai 5 per 1.000 abitanti), rendendo omogenei i criteri di accreditamento tra strutture pubbliche e private;
– Aumentare le possibilità di carriera dei professionisti recuperando i tagli in strutture complesse e semplici;
– Aumentare la sicurezza degli operatori, istituendo ove possibile un presidio fisso delle Forze dell’Ordine presso il Pronto Soccorso e introducendo telecamere di sorveglianza;
– Introdurre una maggiore flessibilità di applicazione dei parametri tra aree metropolitane ed aree a bassa densità abitative.
Per quanto riguarda l’assistenza territoriale bisognerebbe:
– Garantire una collaborazione con specialisti ospedalieri anche mediante teleconsulto in tutti i luoghi di cura del sistema e assegnare il tempo medico degli Ospedali di comunità a personale dipendente, internista o geriatra;
– Attivare un ammodernamento a livello infrastrutturale e tecnologico e implementare la telemedicina nelle strutture di comunità;
– Prevedere un continuo monitoraggio per garantire la continuità assistenziale e l’integrazione attiva tra servizi sanitari e sociali;
– Ricollocare le cure domiciliari e la residenzialità all’interno del sistema salute, sotto la governance del SSN;
– Potenziare le attività dei consultori familiari e integrarle con le case di comunità;
– Garantire il finanziamento dei costi di parte corrente indotti dalla riforma e non coperti dal PNRR e garantire il reperimento del personale medico e infermieristico necessario per gli Ospedali di Comunità;
– Garantire continuità dei percorsi di cura ospedale-territorio e di reale presa in carico dei bisogni di salute delle persone.
A tal fine, i due sindacati propongono di definire un livello di contrattazione nazionale per tutti i sanitari con un CCNL “cornice” di area autonoma che tratti i principi fondamentali e peculiari della categoria della dirigenza e della convenzione, continuando in ogni caso ad assicurare la separazione dello stato giuridico tra professionisti (medici convenzionati e dipendenti) con due contratti diversi ma paralleli tra di loro. Il passaggio della rappresentanza sindacale della dipendenza dalla Funzione Pubblica al Ministero della Salute risulta propedeutico a tale cambiamento.